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Non ti sopporto più. Figli con un “brutto” carattere.



bambini viziati



Troppo spesso ascoltiamo o pronunciamo la profetica frase “mio figlio ha un brutto carattere” o, anche “mio figlio ha un carattere particolare”, come per giustificare le difficoltà relazionali presenti.
In realtà è bene chiarire che non esistono caratteri belli o brutti, ma persone con le loro inclinazioni, che possono essere mature o immature. Occorre inoltre, avere le idee ben chiare sull’educazione e sulla relazione con i nostri figli e con le persone a noi care.
Potrebbe essere importante partire col considerare il carattere brutto o bello come un pre-giudizio che impedisce di approfondire la relazione e farla di conseguenza crescere. Ad esempio, il bimbo un po’ grossolano e intraprendente, che vuole essere protagonista, che parla spesso, da grande potrà diventare un trascinatore, un leader positivo. La bambina timida e riservata, quando sarà grande matura abbastanza, potrà diventare una donna attenta e premurosa che si prenderà cura degli altri.
E’ fondamentale aiutare i bambini a diventare maturi e padroni della loro identità.
Come si fa? Qual é ricetta?
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario superare un altro pre-giudizio che è quello di considerare, che nel rapporto ci debba essere sempre qualcuno che ha ragione o torto. Non è così!
 Nelli relazioni effettive, entrambe le parti hanno ragione.
Considerare questa come verità fondamentale, predispone gli interlocutori a mettersi reciprocamente gli uni nei panni dell’altro, cogliendo il positivo in ciascuno.
In altre parole, il carattere diventa maturo se chi ci educa, ci considera degni di affetto, valorizzando gli elementi positivi dell’altro. Difficilmente si diventa maturi se chi ci educa, tende a rimproverarci continuamente e a sottolineare i tratti di debolezza del carattere.

Ricordiamo sempre che si possono ottenere risultati positivi molto di più con lodi date con pertinenza, che con castighi e punizioni….

Per il Mondo di Bò
Dottoressa Annamaria Ferraro


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