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Festa a tema: gli indiani d'america




Giochiamo agli indiani? E' uno dei giochi più belli, da fare in compagnia e che riesce a conquistare un'ampia fascia d'età: dai 3 ai 10 anni.
Si tratta di un gioco cooperativo in cui nessuno vince, nessuno perde, nessuno viene escluso. Importante è fornire al gruppo degli elementi storici essenziali, per catapultarli nell'affascinante atmosfera dei nativi americani.


Cenni storici

Quello dei nativi d'America è un popolo ricco di storia e tradizioni. Si stabilirono, fin dall'età della pietra, nel Nord America, popolando le zone intorno ai Grandi Laghi, le foreste, le praterie, i deserti, le aspre catene montuose e le coste, favorevoli alla pesca. Oltre alla pesca, praticavano la caccia , coltivavano orti e raccoglievano piante selvatiche per nutrirsi, ma anche per farne medicinali e pozioni magiche. Vivevano in sintonia con la natura: rispettavano gli alberi e le piante, degli animali ed , in particolare degli uccelli, conoscevano tutti i versi e li imitavano alla perfezione.

Principali tribù indiane



ALGONCHINI

 Le tribù Algonchine erano essenzialmente agricole e sedentarie. Indossavano abiti di pelle di daino e lavoravano la corteccia degli alberi per farne abitazioni e canoe. In pace, avevano un capo chiamato sachem; in guerra avevano un capo di guerra scelto tra i più coraggiosi. Credevano in uno spirito universale, il manitou, una forza sacra presente in tutte le cose, animate e inanimate. Il sole, per esempio, è ricchissimo di manitou, così come i venti e il mare. Stelle e nuvole ne possiedono in quantità leggermente minore. L'aquila è investita del sacro potere. 

CREEK
Abitavano  in Georgia e in Alabama, dove i corsi d'acqua non mancano.  Gli inglesi li hanno chiamati "creek" che significa "torrente", "piccolo fiume". Il loro capo si chiamava Aquila Rossa ed erano uomini pacifici. Fra i loro riti, il principale era  la cosiddetta 'Testa del Perdono". Si svolgeva in luglio o in agosto, quando il mais era maturo, e serviva a favorire la rigenerazione dell'universo e delle forme di vita che lo popolano. Durante la festa, tutte le colpe erano dimenticate. 
 La tradizione imponeva che non si toccasse il raccolto prima della conclusione della festa, e siccome questa durava dai quattro agli otto giorni, i Creek preferivano digiunare o nutrirsi di bacche piuttosto che infrangere la regola. Tutto era finalizzato alla completa purificazione dei villaggio e dei suoi abitanti: il nuovo mais, fonte di vita, doveva giungere in una comunità priva di rancori, restituita alla sua primitiva purezza. Perciò i Creek preparavano anche un infuso di erbe chiamato "Pozione Nera", che si beveva  durante la Festa del Perdono. L'ultimo giorno della grande festa gli sciamani danzavano gridando: " Yahola!"

HOPI

Il nome Hopi deriva da "hopitu", che significa pacifici. Sono, infatti, un popolo mite e sedentario, che tesse il cotone e coltiva il mais. Grandi uomini di  preghiera, svolgevano e svolgono, ancora oggi, magnifiche cerimonie sacre e conoscono l'arte delle profezie. Le loro canzoni e le loro preghiere sono molto suggestive e testimoniano una religiosità profonda. E per ritrovarsi a pregare tutti insieme, gli Hopi - come gli Zuni, gli Acoma, i Tewa e tutte le altre nazioni Pueblo - costruivano degli edifici in pietra, di forma cilindrica, detti "kiva", posti al centro dei loro villaggi. Villaggi non di tende o capanne, ma costruiti in muratura o scavati nella roccia, formati da abitazioni distribuite su diversi piani, disposte ad alveare e di solito collegate fra loro. Alcuni insediamenti sono addirittura costituiti da un unico edificio, formato da celle e stanze comunicanti per mezzo di anditi, corridoi, scale e porte. Oraibi è probabilmente il più antico insediamento continuamente abitato dei Nordamerica, a partire dall'anno 1100. Ma nelle mesas dei Sudovest ci sono altri pueblos abbarbicati sulle rocce, abbandonati da secoli e altamente spettacolari, come Cliff Palace e PuebIo Bonito (il più grande, con le sue ottocento stanze).




IROCHESI
Seduto al margine della radura, in vista dei villaggio Mohawk, l'uomo fumava tranquillamente la pipa. Nelle foreste dei Nordest, questa era la buona regola di comportamento, in prossimità di un villaggio straniero. Significava: "Vengo in amicizia".  Haiawatha,insieme a Deganawidah, è il più grande  legislatore dei popolo Irochese. I"narratori di storie" Irochesi hanno tramandato di generazione in generazione storie e leggende lunghe e complesse di questi eroi. Per aiutare la memoria, usano i wampum, cinture o fasce fatte con perline colorate ricavate da conchiglie, forate e poi tessute assieme. Per mezzo di differenti colori e simboli grafici, i wampum si possono 'leggere". Anche questa invenzione è attribuita al semileggendario Haiawatha.
 I fenomeni atmosferici, come il tuono, la folgore e la pioggia sono ricchi di sacro potere e sono le parole con cui il cielo si rivolge agli uomini. Gli indiani, e gli sciamani soprattutto, osservano attentamente la natura, l'ascoltano, apprendono il potere di ogni cosa. Per vivere in armonia con il mondo devono accostarsi al manitou, invocando il perdono di un animale selvaggio prima di abbatterlo, o purificandosi con speciali riti prima di recarsi in un luogo deserto e di invocare una visione. 

APACHE

Gli Apache - o "Tin-ne-ah", il "Popolo" erano divisi in diverse tribù.
Gli Apache, in genere, attaccavano solo quando c'erano buone probabilità di vittoria. Avevano paura che il fantasma del corpo nemico, potesse tornare a vendicarsi.
Gli indiani avevano due capi di eccezionale valore: uno era Mangas Coloradas; l'altro era Cochise, dei Chiricahua occidentali. Gli Apache vennero tutti deportati nelle riserve: i guerrieri in un campo, le loro famiglie in un altro. E si trattava spesso di posti malsani, come Bosque Redondo, dove l'unico corso d'acqua provocava malattie intestinali. Circa un quarto degli Apache vi morirono, gli altri vi trascinarono una vita spenta e rassegnata, chiusi nella loro disperazione. Geronimo ebbe una vecchiaia tranquilla a Fort Siil. Veniva ricercato dai turisti e dai giornalisti. Partecipò all'Esposizione Universale di St. Louis, nel 1908, e si fece fotografare alla guida di una delle prime automobili.



ARAPAHO

Molte delle favole che gli indiani delle pianure narravano la sera davanti ai falò erano state inventate dagli Arapaho. Questi indiani possedevano una fantasia fervida, e i loro racconti erano ripetuti negli accampamenti di tutte le tribù. Soltanto uomini scelti avevano il privilegio di poter narrare la versione ufficiale dei mito della creazione, e coloro a cui era concesso ascoltarla dovevano sottoporsi a un digiuno rituale di tre giorni. Nel linguaggio dei segni, il popolo Arapaho era indicato battendosi il petto più volte con la punta delle dita. I Piedi Neri ritenevano che ciò significasse "Petti Tatuati", in quanto gli Arapaho erano soliti tatuarsi tre simboli sul petto graffiandosi la pelle con aghi di yucca e poi strofinando della cenere sulla ferita; gli Arapaho invece sostenevano che quei gesto volesse dire "Cuori Buoni". Ma, a causa dei loro naso aquilino, erano anche conosciuti come Popolo dal Grosso Naso.
Sembra che quando essi videro per la prima volta l'uomo bianco, il cielo notturno si illuminò per una straordinaria pioggia di meteore. Il capo Testa d'Orso avrebbe detto, molti anni dopo: "La notte fatale in cui caddero le stelle significò che i Visi Pallidi sarebbero caduti su di noi tanti quanti le stelle cadenti e ci avrebbero distrutto e altrettante sarebbero state le lacrime delle nostre donne". Fu davvero così. Gli Arapaho settentrionali, insieme agli Cheyenne, ebbero una parte importante in tutte le guerre contro i bianchi, guidati dai capi Orso Nero e Cavallo Sauro. Alla fine delle guerre, le bande Arapaho furono segregate nelle riserve: molte finirono nel Wyoming assieme agii Shoshoni, da sempre loro acerrimi nemici. 


CHEYENNE


I Sioux e gli Cheyenne non parlavano la stessa lingua, ma erano amici da sempre. Avevano in comune molti aspetti dei costumi e della vita sociale e provenivano entrambi dalla regione dei Grandi Laghi, che avevano lasciato molto tempo prima per divenire guerrieri e cacciatori nelle Grandi Praterie. Il nome agli Cheyenne lo diedero proprio i Sioux, che li chiamavano "Shahi-ye-na", cioè "popolo dalla lingua straniera". Non c'erano tuttavia problemi di comprensione: per intendersi bastava il linguaggio dei segni, una sorta di idioma mimico usato da tutte le tribù delle praterie. Per quanto li riguardava, gli Cheyenne preferivano chiamarsi 'Tsis-Tis-Tas", "Popolo Magnifico". Un mercante francese dei XIX secolo diceva che gli Cheyenne erano il popolo più indipendente e felice di tutte le tribù a est delle Montagne Rocciose. Tra gli Cheyenne c'erano i "Soldati dei Cane", i "Soldati della Corda d'Arco", i "Soldati delle Lance Ricurve". A turno, svolgevano un servizio di polizia armata all'interno dei villaggi e garantivano la difesa nei momenti di pericolo. C'era anche un gruppo dei tutto particolare, quello della "Società dei Contrari", nella quale entravano individui invasati da forze soprannaturali. I suoi membri si lavavano con la sabbia e si asciugavano con l'acqua.

PIEDI NERI

In origine abitavano le pianure del Nordest, nell'odierno territorio canadese. Poi, quando entrarono in possesso dei cavalli, una parte si spinse a sudovest, fino al Montana. Da sempre nomadi, cacciatori di bisonti e abitatori di tepee, nella loro organizzazione tribale erano importanti le società di guerrieri chiamate Ikun'uhkahtsi, "Tutti Compagni". Avevano finalità diverse: una società manteneva l'ordine nel villaggio, come una forza di polizia; un'altra organizzavà la caccia al bisonte; un'altra ancora si occupava della sicurezza della tribù durante gli spostamenti. A intervalli di quattro anni, gli adepti passavano da una società di grado inferiore a una di grado superiore e acquistavano dagli anziani il diritto a indossare i paramenti e il "sacchetto della medicina" di quella particolare società, a cantarne le canzoni e a eseguirne le danze e i rituali. Gli anziani sostituiti entravano nella società immediatamente superiore e così via: in questo modo, durante la sua esistenza, un guerriero apparteneva a diverse società.


SI0UX


A questa tribù, appartenevano due dei più famosi e leggendari guerrieri del popolo dei nativi d'America: Toro Seduto, sachem Hunk papa, e Cavallo Pazzo, guerriero Oglala. Uomini davvero molto diversi fra loro. Tatanka Yotanka, Toro Seduto, era saggio e riflessivo: poteva vantare innumerevoli imprese di guerra, ma non si mostrava crudele verso i prigionieri e i nemici sconfitti. Soprattutto era un abile diplomatico, e ne diede prova ogni volta che ebbe modo di incontrarsi con le autorità americane. Anche quando fu costretto ad arrendersi, riuscì a presentarsi come un vincitore. Tashunko Witko, Cavallo Pazzo, fu invece il guerriero più valoroso e indomito della nazione.




MANDALA


Parola che significa " cerchio o centro " indica un disegno che raffigura il cosmo.
Queste figure circolari sono presenti presso tutti i popoli, fin dai tempi più antichi; in ogni cultura , il cerchio simboleggia il corso della vita.
Del resto, tante forme circolari sono ogni giorno
Davanti ai nostri occhi: il sole , la luna, gli anelli dei tronchi degli alberi…
La forma dei mandala può essere:

- semplice, a forma di fiore , di ruota,
elaborata in forma geometrica

La scrittura dei mandala ha un effetto rilassante su chi colora; generalmente si procede dall'interno all'esterno scegliendo liberamente colori.





 TEEPE DI CARTA




Il teepe era la “casa” degli indiani delle pianure. Una tenda a forma di cono che si sosteneva con legni che i nativi potevano facilmente recuperare tra la natura che li circondava. 

Occorrente:
  1. cartoncini colorati
  2. colori a cera
  3. stuzzicadenti per spiedini
  4. pinzatrice
  5. colla a caldo
Disegniamo un cerchio sul cartoncino. Ottenuto il cerchio, tagliamone uno spicchio. Il più è fatto! Se avete a disposizione della carta colorata, basterà incollarla sulla parte di cartoncino realizzata (il cerchio meno uno spicchio), oppure potete colorarle con fantasie geometriche, con i colori a cera.
Arrotolate dando la tipica forma a cono. Inserite all'interno tre stuzzicadenti lunghi, per spiedini. Avrete ottenuto così, i teepe, da utilizzare come porta caramelle o come segna posti.









TOTEM

E' un simbolo che rappresenta una tribù. veniva scolpito sui tronchi degli alberi, ma anche disegnarlo sui dei cartoni è facile, divertente e suggestivo.








COPRICAPO INDIANO

Realizzarlo è molto semplice. Occorre ritagliare una fascia di cartoncino lunga quanto la circonferenza della testa. Bisognerà poi, decorarla con piume di cartoncino realizzate con colori brillanti.









Sul web, si possono trovare numerose storie e leggende sugli indiani d'america. Noi consigliamo la storia di Hiawatha, nella collana Mille e una fiaba edito da De Agostini. 
Molto carina è anche la "Favola degli indiani d'Amercia. Maka e Makawi ... l'origine del tabacco" , che ha riscontrato notevole successo tra i bambini che hanno partecipato al progetto 
Bimbi in fabula. 





Per approfondire la storia degli indiani d'america, vi consigliamo di visitare questo sito: http://indianiamerica.it/

Presso la nostra libreria è possibile realizzare feste di compleanno proprio sul tema degli indiani d'America.
 Vi aspettiamo per giocare insieme ... haug!

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