Ci sono tematiche difficili da spiegare ai bambini,
non perché loro non siano in grado di capirle, ma perché per noi adulti è
difficile scegliere le parole giuste e, soprattutto, non siamo sicuri di avere le giuste risposte a tutti i loro perché.
Che cos'è la memoria e perché è importante ricordare?
La memoria storica è un diario, una specie di
salvadanaio in cui l’umanità intera raccoglie e conserva le cose che sono
accadute e che quindi fanno parte della nostra identità di esseri umani.
Tutto ciò che oggi noi siamo ha le sue radici nel
passato, e dimenticare queste radici è come camminare su una fune al piano più
alto di un grattacielo senza alcuna protezione. Si può cadere facilmente!
La storia è un racconto che mette in scena il presente
ed il passato, il bello e il brutto ciò che gli uomini nel corso del tempo
hanno fatto. Dalla storia, quella brutta, possiamo imparare tanto soprattutto a
non ripetere gli errori commessi.
Come quella
volta che hai fatto una marachella, ricordi? Qualsiasi cosa tu abbia fatto,
siamo certi che non lo rifarai più! ;)
Cosa dobbiamo Ricordare?
Il 27 gennaio 1945 si aprirono i
cancelli del campo di sterminio ad Auschwitz, in Polonia. Questa data mette
fine alla più terribile delle pagine della nostra storia, l’olocauto che in lingua
ebraica si chiama shoah. Il termine olocausto deriva dal greco ὁλόκαυστος, "bruciato
interamente", a sua volta composta da ὅλος (olos, "tutto intero") e καίω (kaio, "brucio").
Mentre, il termine Shoah in lingua ebraica: השואה, HaShoah, significa
"catastrofe”, "distruzione". Nello sterminio, persero la vita
tra i 5 e i 6 milioni di ebrei, di ogni sesso ed età.
Gli articoli 1 e 2 della legge n.
211 del 20 luglio 2000 definiscono così le finalità e le celebrazioni del
Giorno della Memoria:
«La Repubblica italiana riconosce
il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz,
"Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del
popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini
ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte,
nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al
progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite
e protetto i perseguitati».
Un po 'di storia
All'inizio del Novecento, in Italia vi erano numerose comunità ebraiche che si erano totalmente integrare e ricoprivano anche cariche importanti nella politica e nell'esercito.
I primi eccessi violenti dell'antisemitismo cominciano a manifestarsi dopo la conquista del potere da parte di Hitler in Germania, nel 1933. Il Governo fascista di Benito Mussolini sposò le idee di Hitler ed, in tempo breve, cominciano a diffondersi anche in Italia Sentimenti di odio legati alla questione della "razza".
Il 14 luglio 1938 venne pubblicato il "Manifesto della razza" firmato da dieci professori universitari. In questo Documento, si sostiene la teoria della purità della razza italiana, il cui sangue va difeso da "Contaminazioni".
Durante l'estate del '38, la stampa italiana pubblicò articoli diffamatori contro gli ebrei per preparare l'opinione pubblica alla normativa razziale.
Il 1 ° settembre 1938 Venne emanata la legge: TUTTI GLI Ebrei furono esclusi della vita pubblica. Non potevano sposarsi con italiani; non potevano avere domestici di razza ariana; non potevano svolgere il mestiere di notaio e giornalista, medico, chirurgo; non potevano avere la cittadinanza italiana se stranieri arrivati dopo il 1919; non potevano trasferirsi in Italia.
In Europa gli ebrei venivano portati nei campi di concentramento
e in Italia, tra il maggio ed il giugno 1943, vengono aperti più di 400 Luoghi di confino e campi di internamento.
Non venivano risparmiati nemmeno i bambini. Per fortuna la persecuzione degli Ebrei trovò scarso consenso nel popolo italiano: molte Famiglie decisero di nasconderle in casa, consapevoli del pericolo che correvano.
Anche la chiesa cattolica intervenne in modo deciso: molti Ebrei infatti, trovarono rifugio e salvezza nei monasteri e nelle parrocchie.
Proposta di Lettura
Il libro racconta…
di Liliana, una ragazzina ebrea di Milano e della sua deportazione ad Auschwitz, di David che deve lasciare l’amica Maria per scappare insieme al padre. Racconta di Giona costretto a vivere nascosto in uno scantinato con la sua famiglia, e di Alberto che non è ebreo, ma a cui la guerra ha lacerato il cuore, senza riuscire però a spegnere il suo entusiasmo per la vita.
In classe con…
Mai più! I quattro racconti narrano le storie del dolore sopportato da ragazzi e ragazze sopravvissuti al periodo più disumano e crudele della nostra storia; un tempo che i bambini di oggi non possono ricordare
La collana
La collana L’Albero dei libri vuole proporre ai ragazzi della Scuola Primaria racconti e romanzi che rispettino i loro gusti e la loro graduale capacità di leggere e comprendere una storia.
La collana si compone di tre livelli di difficoltà sia linguistica che tematica contraddistinti da un diverso colore: verde, giallo e arancio.
Ogni libro accompagna i ragazzi lungo un progressivo apprendimento delle tecniche di lettura attraverso argomenti che rispondono ai loro interessi. Inoltre la serie oro presenta racconti che trattano argomenti dell’anno e sono adatti a diverse fasce di età.
Una delle pagine più tristi della storia italiana si consuma tra le alte mura della risiera triestina di San Sabba dove il comando tedesco decide di seguire le scellerate direttive dell’operazione Reinhardt.
Tra il 29 ed il 30 Aprile 1945, vista la disfatta, la guarnigione tedesca di alla Risiera di San Sabba si ritira completamente dal campo, lasciandolo sguarnito e liberando i prigionieri ancora vivi. Il forno crematorio viene fatto esplodere quella stessa notte, per lasciare meno tracce possibili degli agghiaccianti fatti avvenuti nello stabilimento.
Sullo sfondo di questa grande Storia, l’autore ci racconta una storia, minore, di un’amicizia straziata dagli eventi. E con questa storia minima, Belgrado ci porta per mano nella descrizione dei giorni che precedono e in quelli che vedranno l’orrore che attanagliò la città. Ci porta a frequentare i luoghi, le persone, l’insostenibile clima politico che precede l’occupazione tedesca e infine l’assurdo della detenzione sotto l’allucinata e criminale razionalità dell’ideologia nazista.
Anna Frank, la ragazzina perseguitata dai nazisti
perché ebrea, ha commosso con il suo Diario intere generazioni, divenendo
simbolo della Shoah. In questo racconto si è scelto un originale taglio
narrativo: è la casa di Amsterdam, in cui Anna e i suoi familiari trovarono
rifugio, con le sue umide e scalcinate pareti, la narratrice partecipe della
loro forzata prigionia. Attraverso una narrazione intrisa di malinconia ma
anche di speranza, l'autrice mette in luce la poetica ammirazione di Anna per
la natura e la sua fiducia incrollabile nello splendore del cielo, fonti di
consolazione e di speranza. È un romanzo che si propone di avvicinare i giovani
lettori all'immane tragedia della Shoah, con uno stile accattivante e un
linguaggio scorrevole, intrecciando finzione narrativa e realtà storica.
Un altro inverno, e gli Alleati ancora non sono arrivati. Sui monti del nord dell’Italia le bande partigiane si vanno ingrossando dei giovani che rifiutano di arruolarsi nelle fila della Repubblica di Salò e fuggono dalle deportazioni in Germania. Le azioni partigiane si fanno sempre più audaci, contro i repubblichini, contro i tedeschi. Più numerosi anche i rastrellamenti, più feroci le rappresaglie. Poi, finalmente, l’ordine dell’insurrezione. Tutti a valle, per unirsi ai nuclei cittadini, agli operai in rivolta. Per riscattarsi dal fascismo, per liberarsi dai tedeschi prim’ancora dell’arrivo degli Alleati. E intrecciata alla grande storia, quella minuta di Maria. Delle sue apprensioni per il marito partigiano e per il figlio alpino in Russia; della sua paura per i soldati della Wehrmacht che le piombano in casa; della sua gioia per la Liberazione e per il ritorno del figlio; della pietà per quel soldato tedesco ora vinto e prigioniero.
Proposte di ascolto
I Nidi degli uccelli E Un canto realizzato da Paolo Capodacqua con i disegni di Enzo De Giorgi.
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