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A Scuola nessuno è straniero








Il 21 maggio si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo. La giornata, istituita nel dicembre 2002 dall’assemblea generale delle Nazioni Unite, ha l’obiettivo di accrescere la consapevolezza globale dell’importanza del dialogo fra differenti culture.


“La diversità culturale stimola la creatività – ha dichiarato Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco – investire in questa creatività può trasformare le società. È nostra responsabilità sviluppare l’istruzione e le competenze interculturali nei giovani per sostenere la diversità del nostro mondo e imparare a convivere in pace, tra lingue, culture e religioni diverse, per portare avanti il ​​cambiamento”.


L’Unesco invita le persone di tutto il mondo a compiere un gesto a sostegno del dialogo e della diversità culturale, per aprire la propria mente e combattere gli stereotipi basta poco, ad esempio ascoltare musica di un altro paese o cucinare un piatto tradizionale di un’altra cultura, o imparare un proverbio tipico o un saluto.


Il mondo di Bò vi propone una rassegna di testi sull'argomento, adatti sia a bambini che ragazzi e insegnanti. 





L'immigrazione ha cambiato profondamente la scuola: i bambini e i ragazzi che frequentano le nostre classi e che hanno origini altrove sono sempre più numerosi e diffusi, non solo nelle grandi città, ma anche nei piccoli centri. Questo libro racconta la scuola della "buona integrazione", attenta sia a dare risposta ai bisogni specifici dei bambini e dei ragazzi che vengono da lontano, sia alla qualità educativa per tutti, attraverso: l'apprendimento dell'italiano come seconda lingua, per comunicare e per studiare; la gestione della classe multiculturale e plurilingue; la cura delle interazioni positive fra i bambini; l'accompagnamento nei passaggi cruciali da un ordine di scuola a un altro... Una sorta di manuale dell'integrazione e dell'educazione interculturale, denso di riferimenti, indicazioni, suggerimenti affinché nessun bambino sia straniero a scuola.





Alya e Dirar, i personaggi di questo romanzo, sono due ragazzi divisi da un conflitto che oggi sembra ancora insanabile, quello tra Arabi e Israeliani in Palestina. È la storia di due ragazzi, quindi, ma anche di due popoli la cui convivenza pacifica su un unico territorio sembra impossibile.

• Alya e Dirar vivono la sofferenza fino alle estreme conseguenze e l’incompatibilità tra le loro esistenze si risolverà, alla fine, con un estremo colpo di scena del destino.
Il prezzo da pagare è alto, ma si scoprirà che i due ragazzi – e i due popoli – sono più simili e “compatibili” di quanto la violenza della cronaca possa far credere.
• Nella sofferenza, si aprirà uno spiraglio di speranza, e Alya e Dirar saranno infine una cosa sola.
• Una storia appassionante divisa in venti capitoli.
• Focus di approfondimento sulla Palestina e sullo Stato di Israele per conoscere meglio le tematiche di attualità che fanno da sfondo alla vicenda.
• Attività di comprensione ispirate alla metodologia Invalsi.



                                                                         

I fatti e le vicende narrate in questo romanzo sono frutto dell’invenzione e della creatività dell’autore, ma ispirate alla realtà. Nell’isola di Lampedusa la popolazione piomba nello sconforto a causa del terribile naufragio di un barcone di migranti provenienti dall’Eritrea. “Come gabbiani sull’acqua”, titolo più bello e appropriato non ci poteva essere, conduce il lettore alla scoperta del vivere quotidiano dei giovani abitanti di Lampedusa e a riflettere su due mondi: l’Occidente e il mondo africano.
Un bellissimo libro dalla trama perfetta e dal tessuto narrativo esemplare che invita alla più attenta riflessione. Un romanzo che coinvolge per il vortice di emozioni e sensazioni, dato che è anche e soprattutto la storia di una grande amicizia senza confini, “la storia di un dolore atroce e dell’infinita felicità della condivisione.” Tutto incomincia giovedì 3 ottobre 2013 sul sentiero di Cala Pulcino…





Nel libro è narrata una storia vera, quella di Iqbal Mashir, che venne assassinato in Pakistan a tredici anni dalla "mafia dei tappeti" per avere denunciato il suo ex padrone e avere contribuito a far chiudere decine di fabbriche clandestine e a liberare centinaia di bambini schiavi come lui. È il racconto della faticosa conquista della libertà materiale e morale da parte dei diseredati del mondo, e di una ribellione contro coloro che sembrano troppo potenti, troppo ricchi, troppo invisibili per essere toccati. Un romanzo di denuncia in bilico tra commozione ed indignazione, ma anche una storia di libertà e di aquiloni, di speranza e cocciuta memoria. Età di lettura: da 12 anni.



E' il racconto di un viaggio di un ragazzo che insieme al padre attraversa il deserto per arrivare in Italia, dove sperano di continuare la loro vita in un modo più decente insieme alla loro famiglia. 
Dico decente perché le giornate di Kemal, prima della partenza, sembrano quasi inverosimili: ogni mattina Kemal portava da chilometri di distanza l'acqua per la famiglia, ma tutto questo sacrificio porta alla morte del fratello, avvelenato proprio dall’acqua. 
Una mattina, poi, in cui Kemal torna a casa spaventato perché ha visto un leone, suo padre decide che devono fare qualcosa per cambiare la loro vita: partire per l’Italia. 
Dopo un viaggio attraverso il deserto e il mar Mediterraneo, i due clandestini arrivano nel posto da tanto tempo sognato e con un po’ di fortuna e grazie al coraggio di Kemal che salva la vita della figlia di un importante politico siciliano, i due iniziano a lavorare e il ragazzo va a scuola, sia a scuola che sul posto di lavoro, subiscono le offese degli Italiani e di altri stranieri come loro.
E' un libro che mi ha fatto capire che gli oggetti non sono tutto. Mi ha colpito la meraviglia di Kemal quando scopre il nostro mondo e la sua generosità. Inoltre mi ha fatto piacere scoprire come vivono le persone nel Niger e negli altri paesi poveri dell'Africa.

Adriana Volpicella 2^ G

Tratto dal sito online http://scuola.repubblica.it/puglia-bari-smsmichelangelo/2014/12/02/recensione-del-libro-kemal-il-clandestino-di-emanuele-verdura/



Nel paesaggio aspro e assolato dell’Afghanistan si incrociano i destini di tre ragazzi, diversissimi per storia, origini, educazione: l’afgano Khaled parte dal suo povero villaggio in cerca di una vita migliore; Michele, italiano figlio di un diplomatico, deve raggiungere il padre per le vacanze estive; Jamila, ragazzina bella e ribelle, cerca in ogni modo di cambiare la propria vita. Un evento drammatico li farà incontrare nello stesso luogo, alla stessa ora: un segno del destino che sconvolgerà per sempre le loro vite. Fanno da contorno alla vicenda i villaggi pietrosi, le montagne innevate dell’Hindukush, il blu cobalto del cielo, il color ocra delle antiche città abbandonate lungo la Via della Seta, infine il fragore, i mille colori di Kabul.

• Focus di approfondimento:
- L’Afghanistan
- Le etnie afgane
- La via della Seta
- Kabul, il basket della speranza
• Attività didattiche ispirate alla metodologia Invalsi.
• Espansioni online.

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